Blog "La Capanna": confronto sociale

L'Associazione "La Capanna", creata da Mario Giuliano nel 1994, lotta per combattere il degrado e la sofferenza che esiste nella società. Condanna, quindi, l'ipocrisia e l'indifferenza dei cittadini, specialmente quella strumentalizzata da coloro che hanno il potere gestionale. Infine è contro gli sprechi di denaro pubblico, contro le false ideologie politiche e di qualsiasi altra forma.

Assistenza sfratti Rimini

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Presentazione e autobiografia (1)

Mi chiamo Mario, sono nato a Napoli nel 1947 e vivo a Rimini dal 1986, dopo essere stato vincitore di un concorso pubblico, indetto dal Ministero della Difesa, come aggiustatore meccanico. Lasciavo la dipendenza dell’ex stabilimento Selenia S.p.A. di Pozzuoli, per trasferirmi a Rimini alle dipendenze dell’aeroporto militare di Miramare di Rimini, con la qualifica di congegnatore meccanico.
La realtà durante la mia infanzia era la seguente:
la mia famiglia composta da mio padre calzolaio, mia madre casalinga quattro figli di cui due maschi e due femmine, nati e vissuti in un appartamento di Napoli, a piano terra (detto basso), di circa 25 mq con angolo cottura e wc nella stessa stanza, in un quartiere molto noto della città di Napoli, a poca distanza dall’abitazione d’infanzia del famoso attore Totò ( Antonio De Curtis).
In quel tempo tali realtà abitative erano molto diffuse, con un parentato allargato per quartiere, infatti zii, cugini, parenti di ogni grado si trovavano a vivere nella stessa circoscrizione. Dobbiamo dire che le difficoltà non mancavano, ma erano maggiormente risolvibili, perché tali problemi non erano di carattere burocratico come oggi, quindi si poteva mettere a posto materialmente, e, molte cose si adempivano sulla parola, che valeva come garanzia pratica e più immediata della carta bollata che tutti usiamo oggi .

Non vi era l’oppressione e la persecuzione del fisco, infatti non c’era la partita iva, i prodotti non presentavano l’iva, lo scontrino fiscale non esisteva, si sopravviveva con modestia, e malattie come la depressione non avevano campi di azione come oggi, infatti erano rari fenomeni depressivi dovuti a fattori economici o a fallimenti, cosa che si verifica oggi con attività che aprono e chiudono. Prima i negozianti la loro attività la tramandavano da padre in figlio senza molti problemi.
Vi faccio un esempio, il famoso Totò, divenuto poi attore, nella sua giovinezza si inventò un lavoro di marketing sponsorizzando prodotti di un commerciante del posto, che metteva in offerta i suoi prodotti alimentari, vini, olio ecc… Non si faceva alcun contratto per questo tipo di collaborazione, ma alla fine della rappresentazione si saldava secondo quello che si era pattuito.
Altri mestieri comuni erano l’ombrellaio, quello che riparava i piatti di ceramica, chi eseguiva la stagnatura ai tegami di rame, il lustra scarpe, il gelataio che transitava con un carretto addobbato, venditori ambulanti di ogni categoria.
Se parliamo di vestiario, in quel periodo si usava indossare completi di giacca e pantaloni che oggi indossano solo chi esercita certe professioni, mentre in questi anni anche famiglie che non avevano determinate possibilità economiche si potevano permettere di indossare tali abiti.
Da premettere che le sartorie artigianali in proprio facevano pagare anche a rate settimanali o mensili direttamente in bottega, non c’erano finanziarie come oggi e non c’era l’applicazione degli interessi (riguardo il vestito costruito dal sarto). Dato che le persone facevano determinati sacrifici per possedere tale abito, se sopravvenivano delle usure o il colore si sbiadiva, allora si contattava il sarto per far rivoltare il vestito, cioè il tessuto veniva girato all’interno della stessa giacca, in modo da farlo sembrare nuovo.
Questo tipo di trasformazione si usava anche con i colletti delle camicie, cappotti ecc… La sarta, detta “di famiglia”, eseguiva anche lavori di recupero dalle lenzuola, federe, tende, grembiuli per la scuola o altro, quando si verificava uno strappo al vestito c’era quello che eseguiva rammendi speciali, che riprendeva i fili dello stesso tessuto e magliava lo strappo. Altre migliaia di mestieri più disparati portavano avanti intere famiglie.
Pensate avevo solo 9 anni quando frequentavo la scuola e lavoravo, ma non era una novità, perché era molto diffusa questa cultura di educazione al lavoro, e quindi io non sono completamente d’accordo quando sento parlare di sfruttamento dei minori, perché io non mi sono mai sentito sfruttato. Infatti da garzone assunto in un negozio di parrucchiere, a circa 14 anni cambiai quattro datori di lavoro e a 15 anni ero diventato parrucchiere semi finito ( mezzo lavorante) poi a 15 anni cambiai totalmente mestiere, a seguito di un corso di tre anni come aggiustatore meccanico potei lavorare nelle più importanti aziende, raggiungendo la più elevata professionalità nel settore metalmeccanico.
Altri miei amici della stessa età a solo 14 anni avevano raggiunto la capacità di operai nel settore della carrozzeria auto, e oggi hanno la più prestigiosa carrozzeria di Napoli. Quindi chi ha fatto diventare tutto ciò come sfruttamento minorile, si dovrebbe preoccupare del vagabondaggio giovanile, aggravato dalla disoccupazione, perché oggi ci si trova a circa 20 anni senza avere un mestiere. Se c’era questa preoccupazione per lo sfruttamento minorile bisognava già da allora provvedere a tutele antisfruttamento.
Posso dire che in tutti questi anni ho assimilato una esperienza in diversi campi della vita, avendo vissuto in prima persona il sociale, allora come protagonista e oggi come rappresentante, nella maniera diretta come fatto concreto il quale mi ha fatto crescere in autonomia e mi ha dato modo di apprezzare i valori sociali umani, con dignità. Infatti nel 1947 si era lasciato il periodo della seconda guerra mondiale con il dramma della povertà che si faceva sentire per una larga parte di cittadini, specialmente nel sud Italia, di conseguenza tutti cercavano di darsi da fare. In quel tempo specialmente al sud vi era una forma di sociale collettiva, paragonabile a un parentato allargato, ciascuno viveva il dramma dell’altro.
Anche la politica, nonostante qualche buco nero, ottemperava a una forma di collettività per uscire dal dramma, infatti dopo circa dieci anni si cominciava a costruire il boom economico, con fabbriche che si espandevano, servizi istituzionali che si adempivano e così si cominciava ad assaporare il benessere.
Oggi viviamo tutti nel benessere condizionato e strumentalizzato da ogni parte, quindi la nostra attuale società affascinata da questa evoluzione, ha chiuso tutte le possibilità di libertà, le doti della capacità umana, le creatività individuali. Il senso e il rispetto sociale sono stati rinchiusi simbolicamente in un forziere inabissato che nessuno può più aprire.
Sicuramente l’evoluzione della vita non poteva fermare l’avanzamento del progresso, ma è pur vero che bisognava fare una politica adeguata in modo preventivo a tutela di chi ha solo la possibilità di arrangiarsi per vivere, e quindi mettere la partita iva a qualsiasi livello di imprenditoria, o artigianato, categorie che con il loro profitto non avrebbero intaccato le casse dello Stato perché il loro profitto è quasi sempre marginale.
Invece si è fatta una guerra all’evasore, ma chi è l’evasore?
E’ quello che fa due ore in nero ogni tre giorni, o il bambino che non si fa dare lo scontrino avendo comprato le patatine (fatto di cronaca). E il professionista che non lascia ricevute, come spesso accade con il nostro dentista di fiducia, e tantissime altre figure professionali che fanno consulenze come secondo e terzo lavoro?
In molte circostanze l’evasione del fisco a livelli grandi non cessa, mentre quasi come una falciata ha colpito il piccolo arrangiatore, inchiodandolo nella sua disperazione, e oggi si parla di nuove povertà e nuove situazioni.

-la casa, un problema -il lavoro non c’e’ -la poverta’ si allarga -pagare le bollette diventa difficile -i prezzi a consumo sono in aumento, tutto verso il disastro sociale.

Come puoi notare i bisognosi stanno diventando sempre più lo strumento dei politici e degli affaristi, poi si aggiunge il potere dei dirigenti pubblici e quindi la fascia più fragile dei cittadini accusa la violenza psicologica, fisica, sociale, e materiale, e il ceto medio sta precipitando verso la nuova povertà che si va ad aggiungere a quella già esistente. Il potere attuale fa emergere una nuova strategia, divide le categorie dei cittadini in fasce, in quelli che possiedono beni e capacità manageriali e quelli che sono considerati il peso fastidioso e quindi c’è la rimessa. Così vengono condannati attraverso il finto benessere come obbligo, ma irraggiungibile per molti. Ciò diventa un vero genocidio psicologico delle masse, finalizzato al raggiungimento di una società di pochi ma buoni. Questa amara realtà è sempre esistita, in passato i soggetti venivano eliminati con i forni crematori oggi con strumenti più “eleganti”, che ti portano all’esasperazione automatica.

In pratica prima si soffriva per determinate condizioni oggettive del dopoguerra, oggi la situazione è cambiata, la povertà, lo sfascio sociale è come se fosse voluto, facendo diventare le persone uno strumento.

Per dire, la povertà di un tempo non era assoggettata ad altri meccanismi, infatti si parlava di assistenti sociali molto di rado e quindi tali figure professionali erano in numero contenuto. Oggi si sono trovati sistemi e modi per costringere la persona bisognosa a rivolgersi all’ufficio di assistenza, detto sociale. Infatti quando viene preso in carica, già progetta per il tizio di farlo ritornare al suo ufficio, e questo accade anche se il soggetto viene continuamente respinto, tale comportamento viene giustificato perché è previsto dal…

Soggetti o strumenti (le persone), Politica partitica (affaristica)

E per riagganciare il discorso: c’è stato il periodo di mani pulite che sembrava l’applicazione di una giustizia che assicurava a tutti una nuova era di equità, e invece siamo peggio di prima.
E' da qui che sarebbe poi incominciata la confusione, per stilare nuovi interessi impropri, quindi mala vita, politica contraffatta, speculazione di ogni tipo e di ogni settore. Siamo arrivati ad oggi e ne stiamo assaporando le conseguenze.
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La trasformazione (2)

Uno sguardo sulla realtà che viviamo


Tutti noi possiamo contemplare il passato attraverso la storia, dalla creazione ad oggi, ma, effettivamente cosa sarebbe cambiato nell'uomo? L’intelligenza? Il comportamento? Diciamo che materialmente vi è stata un’evoluzione verso la creatività delle tecnologie, ma nel contempo ha ignorato la sua intelligenza, come formazione di un progetto a lui rilasciato come dote e come talento.

In tempi più recenti, appena passati, vi era molta gente semplice, che si accontentava di essere se stessa, come persone, e come grado di cultura, nonostante ci fosse molto analfabetismo. Infatti queste persone anche avendo questo limite non accusavano il disagio, come forma di sofferenza, perché sapevano di possedere capacità diverse rispetto all’altro. Quindi troviamo fasce di cultura e livelli professionali, come specialisti, e dotti, classi evolutive superiori, dette istruite, e quella semplici come, il muratore, l’idraulico, l’ortolano ecc….
Come il medico era necessario ad uno di questi artigiani, così l’artigiano era necessario per il medico, o altre figure professionali, quindi a sua volta esisteva una certa fiducia, e non mancava il rispetto reciproco. Questa io la considero una qualità che si è persa nel susseguirsi degli anni. Tutta questa trasformazione in atto la paragonerei ad una forma di conquista infantile, costituita da varie forme di arroganza, presunzione, ambizione, vanità illusoria, superiorità verso l’altro, come accade spesso, senza possedere le cosiddette doti per cui uno potrebbe sentirsi superiore. Ma cresce sempre più questa illusione a cui l’essere “umano” oggi si rifà, e che sta portando un'intera generazione alla conquista del benessere, o forse alla distruzione, e quindi numerosi soggetti si accingono ad imbrogliare l’altro, con mezzi illegali o legali e senza farsi alcun scrupolo, sia per i problemi prodotti, sia per l’indifferenza per l’amicizia o parenti stretti, l’importanza è catturare la preda e arrivare al proprio intento a costo di rimetterci anche la propria vita e quella degli altri.
Il principio degenerante è di possedere un corposo conto in banca, magari in territorio protetto dalle tasse, e possedere qualunque altra cosa materiale che si desideri. Se poi avrà contribuito ad andare contro la natura o facendo altro male, la cosa non avrà importanza.
Oggi c’è una ramificazione di livelli e categorie elaborata senza freno dalla moderna società, quindi dalla parola nuove tecnologie nasce il “marketing” che dal punto di vista materiale sta a significare smaltimento del consumismo, creato dalla mente delle persone di tutti i ranghi e livelli, al punto di arrivare ad una gestione psicologica delle masse, pur di avere sotto controllo ogni situazione. Per esempio quando si prevede un aumento di un prodotto di prima necessità i media con la scusa di diffondere l’informazione fanno come un preavviso condizionale, preparando le masse psicologicamente, e quando viene applicato l’aumento la gente agisce come se avesse già accettato l’applicazione desiderata e quindi non c’è reazione.
Così accade quando dobbiamo unire le nostre teste per scegliere una condizione politica, ci lavorano psicologicamente evidenziando tutti i mali della società, indicandone le varie colpe e i possibili miglioramenti, e quindi si nota che nel passaggio c’è solo stato un interesse per arrivare al potere di gestione, dopo rimangano gli stessi o altri problemi. Principalmente si nota solo il passaggio della dirigenza, poi la “torta” se la dividono lo stesso, e anche questo lo collocherei al paragrafo detto “marketing”.
Un altro esempio, più diffuso ed evidente, è la telefonia. Diciamo che c’è sempre stata voglia di comunicazione, ma in passato molti si limitavano al gettone per telefonare, ai cosiddetti CB da radioamatori, a coppie di ricetrasmittenti, al telefono fisso con canone basso, addirittura l’ex SIP assegnava giornalmente delle telefonate gratis. Poi il marketing ha fatto bingo con il telefonino per tutti, e non solo, l’uso e il consumo delle batterie, i continui ammodernamenti degli stessi telefonini, addirittura avere la necessità di più telefonini in uso con schede diverse, insomma non siamo per niente autonomi, siamo diventati pienamente il loro strumento (sto sbagliando?), cosa importa se detto attrezzo ci potrebbe procurare malattie, come è stato più volte rapportato dai media in passato, ma ora è tutto tranquillo e non se ne parla più.
Ma questo sta accadendo per molti altri prodotti, come le auto che per molti erano un sogno impossibile, infatti nel periodo della Fiat Balilla, solo persone ricche e benestanti possedevano l’auto, poi in seguito quando c’è stato il boom economico con la famosa cambiale, che permetteva a molti un sistema rateizzato, si andò verso nuovi modelli automobilistici, come le utilitarie per determinate esigenze.
Quasi come una mutazione, senza accorgercene più di tanto, si sono introdotti gli astuti manager che hanno trasformato i settori amministrativi, aziendali del privato e del pubblico in affari lungimiranti. Si parlava di produttività e si lavorava al cospetto delle richieste di mercato, si studiava come ampliare fabbriche e stabilimenti e quindi erano necessarie qualifiche e forza manuale.
Poi come ho detto prima gli astuti si sono preoccupati solo di fare cassa, e da un lato riducevano la forza lavoro, dall’atra studiavano per incrementare la produzione con macchine, dette centri di lavoro, capaci di svolgere il lavoro di centinaia di persone. Infatti con tali centri robotizzati, a ciclo continuo, bastava un operaio formato per il controllo e la sostituzione dell’oggetto lavorato, quindi i disoccupati aumentavano, e il prezzo? Non dovrebbe abbassarsi? Niente affatto, anzi il contrario. La produzione poi aumenta ma le riparazioni diminuiscono, c’è infatti l’usa e getta che sostituisce anche l’artigiano esterno, quindi ancora un settore ridotto alla disoccupazione, che si aggiunge alle fabbriche chiuse.
Ma voi potreste obiettare, se la produzione aumenta come numero, il prezzo diminuisce? In teoria dovrebbe, ma nella pratica hanno bloccato questo vincolo perché nelle casse manageriali vi sono più entrate, mentre se parliamo di riparazione troviamo i prezzi per i ricambi elevati e non rapportati nell’insieme del costo dell’oggetto. Poi bisogna considerare che le attività che potrebbero intervenire alla riparazione stanno sparendo e sono sempre meno, quindi se troviamo un artigiano, lo troviamo in via di estinzione, e di conseguenza diventa poco conveniente rispetto la sostituzione totale, in pratica si sta creando un sistema senza svincoli.
Sulla base della nostra storia, e secondo quanto riportato da Darwin, noi deriviamo dalla scimmia, a mio avviso c’è sicuramente una presenza espressiva da considerare, ma soprattutto valutare l’intelligenza, che dovrebbe essere progredita. Ecco che dovrei collocarmi nella realtà di oggi, e nonostante il livello superiore di intelligenza rispetto un tempo, e che tutti possiamo constatare, in qualche modo siamo rimasti come al principio, in quanto gli interessi personali sono sciocchi, perché non cambiano la nostra esistenza, anzi rovinano quelli dell’intera “discendenza”.
Io ho fatto questo esempio, e mi limito a riportare determinati fatti, altrimenti starei a scrivere chissà per quanto tempo, ma guardate che il meccanismo sinteticamente descritto è da rapportare in quasi tutte le circostanze del nostro vivere, direi da considerare come una guerra fredda legata al sistema economico.

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Uno sguardo sulla realtà che viviamo: politica e sistemi (3)

Il potere in mano...
Il sopraffare sui soggetti deboli


Il potere è uno strumento che si è formalizzato nell’uomo già dai primi giorni della sua esistenza, infatti esso è incominciato dal cibo che gli presentava la natura. Gustandolo, infatti, l’uomo aveva paura che gli altri glielo potessero portare via, e così rimanere senza nei giorni successivi.
Quindi, quasi in automatico, cresceva la sua intelligenza e creatività, sia per elaborare, e costruire, ogni cosa o oggetto che serve nello scenario della sua vita, o sistemi per prevalere sull’altro, anche con la forza e arroganza.

Questa breve riflessione sta a significare che tutti i sistemi sono corrotti, a qualsiasi livello, e fascia sociale, incominciando dal potere politico che astutamente è usato come forma strumentale, e provoca una reazione di accaparramento, reclutando sciacalli e approfittatori affascinati da una vita senza problemi economici dal punto di vista sociale, e non solo, perché viene gratificata anche l’ambizione della superiorità, che consente di distinguersi come persona onesta e onorevole, ma in realtà è tutt’altra cosa.
Mi vorrei soffermare un attimo su questo punto, un ingenuo potrebbe dire: perché uno si dovesse comportare in tale maniera?
Sì, c’è la risposta. Come ho detto prima, tutti, o magari un buon numero di persone, mirano a fare una vita dove non gli manchi niente, principalmente per raggiungere una sicurezza, per loro o per la propria famiglia. Questo tipo di affanno viene perseguito già dall’esistenza dell’uomo, quindi, con mezzi diversi, c’è chi spietatamente esercita violenza materiale, chi spera nel gioco, chi elegantemente si sostiene con mezzi raggiratori, chi invece va in cerca di strumenti, senza rischio, magari con una copertura istituzionale, per tenere tutto sotto controllo, acquisendo un’immagine di rispetto nella società, con il prestigio onorevole. Quindi non rimane altro che la sedia politica ( molto ambita da tali personaggi). È chiaro che non tutti arrivano nei posti d’onore, perché nella politica ci sono cariche diverse, chi prende il gettone di presenza e quelli che hanno la possibilità di garantirsi il benessere a vita, a vari livelli. Quindi c’è la maratona con sempre maggiori partecipanti, e si incomincia ad optare per consiglieri di circoscrizioni (una volta detti di quartiere), fatta la prima esperienza si passa a per il comune, la provincia, o la regione. In questo cerchio vi resistono per svariati anni, al fine di ricevere una carica oltre al gettone di presenza, mentre per quelli che si ritirano diventa un ricordo di delusione, sicuramente diranno c’ho provato.
Mentre quelli che si accingono alla gara a livello centrale hanno già un bonus di speranza in più, nel momento cui vengono eletti, diciamo i più fortunati che sono nelle liste dei partiti. È chiaro che debba esserci una sorta di convenienza tra il candidato e il partito che gli da spazio per la candidatura, in genere quasi tutti i partiti fanno accordi con il futuro onorevole, deputato, altrimenti cambierebbero nome, e quindi si va nell’arena generale, ove si studia e si produce benessere per... . Ed allora per il neo deputato c’è solo da sperare che la carica rimanga non meno di 36 mesi, per assegnarsi una pensione onorevole, mentre operai, artigiani, ed altri, messi insieme, se la potranno solo sognare tale pensione, al raggiungimento dei 40 anni.
Pensate, contrariamente la politica che viene designata nella nostra società come strumento di democraticità laddove sussiste una realtà civile tra masse di uomini e culture diverse, e quindi è fatta apposta per creare una condizione di convivenza collettiva capace di assicurare nella società, l’uguaglianza, la giustizia, il rispetto delle vite umane, nella pratica è da considerare una proforma.

Quindi se tutto questo è oggetto di riflessione, e diciamo che non manca l’intelligenza per creare condizioni accettabili, riducendo il malessere che appuriamo giorno per giorno, vuol dire che manca qualcosa nelle coscienze. Infatti se il ladro, artefice senza coscienza, si trova a derubare il suo parente più prossimo, non formula il senso della coscienza, lo stesso farà con un indifeso, bambino o vecchio che sia. L’attore Totò proprio in una sua poesia riporta la frase “la bestia umana è un animale ingrato”, ciò vuol dire che dobbiamo aspettarci di tutto dall’uomo.
Un popolo non può restare ingovernato, ma è pur vero che bisognerebbe trovare il modo di tenere lontano dalle politiche personaggi infetti. Prima si dovrebbe bonificare il campo, anche se quello che sto per affermare potrà sembrare utopistico, cioè stabilendo una sorta di volontariato con il senso del dovere, quindi con paghe ridimensionate, per dirigere il paese, diminuire il numero dei partiti, creare una disciplina per costruire personaggi speciali con determinate caratteristiche: con equilibrio di comportamento, disciplinate da una formazione individuale, assimilazione di tecniche amministrative, capacità di veduta di ampio raggio per il bene dell’umanità. Inoltre un aspirante politico di questo tipo, dovrebbe essere formato nella persona, per una onorevole carica, già da una età giovanile, e solo chi abbia avuto un merito scolastico con pregiati apprezzamenti potrebbe mirare alla candidatura nei posti di elevate responsabilità, come la dirigenza di un Comune, una Provincia, una Regione, o addirittura il Governo.
Infatti è inammissibile che un medico, un ingegnere, un avvocato o altre categorie e qualifiche debbano diventare amministratori di una intera popolazione. Il controsenso di oggi, se notate, è che per fare il collaboratore scolastico, per quelli nati dopo il 1954, bisogna fornire il diploma superiore, come per fare l’infermiere bisogna essere laureati, e così via, mentre ci possiamo trovare alla dirigenza di una Regione o un’altra sede istituzionale uno che a malapena ha la licenza superiore. Quindi bisognerebbe evitare il reclutamento di esseri qualunquisti che vanno alla ricerca, per diventare ragni per poi costruire la propria tela. Diciamo che la colpa è principalmente nostra che abbiamo permesso l’esistenza di questa diffusa epidemia, frutto di una ignoranza per comodità, causa di una strafottenza allargata, in pratica se nel prato del nostro condominio portiamo il cane a fare i bisogni, ci capita che il nostro bambino rincasa con le scarpe sporche di cacca, e così è la politica affaristica.
Tutti o quasi lamentano il rincaro della vita, i media alzano e abbassano il fuso, i giornali fanno la stessa cosa, il grillone sputtana, i celentani fanno odiens, poi il flusso si abbassa quasi a scomparire, magari si ricomincia con la prossima circostanza, ma il problema rimane ed è sempre lo stesso.
Quindi a questi personaggi cosi riflessivi, così sensibili, e così giustizieri, la domanda che faccio è: perché lo fanno? È forse per la propria immagine? O perché sul momento devono esercitare la loro professione di attori, magari ingaggiati da qualcuno per dare disturbo, visto che alla fine i programmi che mandano in TV sono a pagamento.
Riguardo al caro vita, spiegato in modo breve e semplice: in questa fase l’uomo si è preparato astutamente, prima ha messo insieme rappresentanti di vari luoghi presenti sul globo terrestre, e quindi con una vera concertatura hanno varato quello che si è chiamata moneta unica, al punto di farci sentire in colpa se noi Italiani avessimo respinto tale progetto di trasformazione. Quindi quello che sta succedendo era già prevenibile, ed io mi chiedo, perché non è stata fatta una politica di basamento per tale progetto? Sarebbe stata infatti necessaria per uguagliare, o quasi, le condizioni di vita del popolo coinvolto in tale trasformazione. Cioè per capirci, io Italiano devo subire una concertatura sociale diversa rispetto al mio cugino francese o tedesco o altro, infatti ogni Stato ha una economia diversa, stipendi diversi, pensioni diverse, problema abitativo diverso, disoccupazione diversa, spesa a consumo diversa. La benzina la compriamo più cara noi consumatori, e quindi tutto ciò causa uno scompiglio per farci capire poco, ed ecco la necessità di fare prima di tutto un censimento delle politiche economiche degli Stati interessati che fanno parte della moneta unica. Inoltre andava fatta anche una verifica dello stato sociale degli stessi Stati aderenti, quindi equilibrare la situazione economica e sociale prima di passare alla moneta unica.
Bisogna che tutti comprendano dove nasce il disordine, ma con semplicità: l’Italia aveva 1000 lire e quindi sull’euro ci ha rimesso circa 936 lire, quindi ci siamo trovati con una moneta dimezzata per il 50%, o viceversa un aumento del prodotto pari al doppio.
Siccome come ho detto prima, non è stata fatta una adeguata politica che bilanciasse le entrate e le uscite degli Italiani, oggi ci troviamo con stipendi e pensioni erogate in lire e la spesa al consumo e altro in euro.
Al contrario l’America degli anni 80, periodo in cui l’ho visitata, presentava un tenore di vita molto caro, nel contempo c’era molta concorrenza tra luoghi e zone, e c’erano stipendi alti che equiparavano, cioè si sopportava il caro vita, la pressione fiscale, ecc. In Italia aumentando così i prezzi al consumo, cioè passaggio lira-euro, c’è da considerare il fattore iva, ad esempio se un articolo costava mille lire più il 20%, faceva 1200 lire. Oggi lo stesso prodotto che rispecchia il costo di un euro più il 20% d’iva, ci troviamo a pagarlo un euro e venti, significa in parole povere che l’iva è stata raddoppiata, cioè a posto delle duecento lire di iva pagate in precedenza sulle mille lire, oggi ne paghiamo 200 in più delle vecchie lire. Allora se avete capito questa concertatura, che nessuno evidenzia e contesta, possiamo capire in quale strada ci troveremo nell’immediato futuro, e come i governi si somiglino nel loro comportamento. Sì, c’è chi da più o meno fumo negli occhi, ma i loro interessi li tutelano e li gestiscono bene, perché riportare il riordino nel territorio non è difficile, basta riequilibrare per prima stipendi e pensioni, ad esempio chi prendeva un milione delle vecchie lire oggi dovrebbe prendere mille euro, secondo abbassare l’iva come in altri Stati.
E’ chiaro che qualcuno dirà: e dove prendiamo questi soldi per ritornare alla vecchia maniera?
Risposta, prima abbassiamo del 60% le buste paghe di tutti i politici, secondo requisiamo il 60% dell’introito dei guadagni incassato dai politici uscenti della passata legislatura.
Questo sarebbe da fare subito per riequilibrare la situazione attuale, no chiacchiere per fare spettacolo.
Le vittime attuali sono: anziani, con la loro pensione, famiglie, single, uomo o donna cambia poco, il ceto medio, tutti verso una nuova forma di carestia. La gente spende sempre di meno, i negozianti possono trovare il tempo per giocare a carte, si sta prospettando una situazione preoccupante.
Non è tanto una questione di governabilità, tanto i vari politici si combattono per la gestione non per il programma da applicare, infatti detti programmi sono solo per far comprendere all’elettorato il difetto, risolvibile, invece alla fine cambia poco o niente.

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Manifesto (4)

La nostra opinione contro l'associazionismo deformato



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Alcune iniziative svolte (5)

Elenchiamo alcune iniziative e progetti svolti dall'associazione di volontariato "La Capanna"




"La Capanna va in corsia" e regala sorrisi ai malati





Pesca di beneficenza Pasqua 2000

Iniziativa di solidarietà, con il patrocinio del comune di Rimini, denominata “Insieme per un gesto di solidarietà”, il cui ricavato è stato utilizzato per una distribuzione di pacchi viveri a oltre 16 famiglie. L'iniziativa si è svolta con la presenza dell’assessore ai servizi sociali del Comune di Rimini, inoltre sono state regalate circa 400 uova Kinder ai bambini.




Un sorriso per natale 2002







"Solidarietà in azione" Pasqua 2003













Un sorriso per natale 2006





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Conferenza stampa: "la casa te la sogni" - "vediamoci chiaro" (6)

Rimini 30 Aprile 2009

Conferenza stampa indetta dal Sindacato Unione Inquilini sezione provinciale Rimini


IL PROBLEMA SOCIALE È “LA CASA TE LA SOGNI”

“VEDIAMOCI CHIARO”





Punto 1: bandi ERP

Punto 2: regolamenti

Punto 3: Indicatore della Situazione Economica

Punto 4: calderone iniziative sulla casa

Punto 5: case popolari gestite da aziende private

Punto 6: il degrado sociale fa sentire il suo peso
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Manifestazione presso la Regione Emilia Romagna (7)

Bologna 13 Maggio 2009





Mercoledì 13 Maggio 2009, il Sindacato Unione Inquilini, sede provinciale di Rimini, ha manifestato con più di 35 persone, comprese donne, bambini e anziani, presso la sede della Regione Emilia Romagna. L'obiettivo era quello di essere ricevuti dal Presidente Vasco Errani, per parlare e presentare proposte sul problema casa che affligge Rimini.

Questa è una lettera inviata a tutte le le sedi Unione Inquilini:




Alcune foto:

problema casa


foto Bologna







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Progetto “Il Governo che ci manca” (8)

Nel rispetto della Democrazia nuova proposta cittadina anti-discriminante, “Il Governo che ci manca”




Progetto “Il Governo che ci manca”

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Sfrattati, senza lavoro e senza sussidi. Ufficiale Giudiziario concede un mese (9)



Riportiamo la news andata in onda sul canale locale Icaro TV e riportata su newsrimini.it.




Santarcangelo (26 febbraio 2010)

Le valigie questa mattina erano pronte, in attesa dell'arrivo dell'ufficiale giudiziario per ritirare le chiavi. Sono in sei, due bambini – il più piccolo di 15 mesi – i genitori e due anziani, uno invalido al 60%. Albanesi, regolarmente in Italia dal 2001. Da quattro mesi il riscaldamento è rotto, con un aggravamento della situazione umidità che li aveva costretti a prendere una stufa al centro missionario. Ma la proprietaria non aveva interesse a ripararlo, visto che deve tornare in possesso della casa per risistemarla da cima a fondo a uso della sua famiglia. Non sanno dove andare, e soprattutto come pagare. In passato erano già stati dai servizi sociali, ma la prima volta non avevano i requisiti. Ora, col secondo figlio, lei senza lavoro, lui a orario ridotto per la crisi, i requisiti li hanno. Ma si sono presentati solo sei mesi fa, e per accedere agli aiuti non basta.
Ci spiega perchè Mario Giuliano, responsabile del sindacato Unione Inquilini di Rimini, che ha seguito la loro vicenda e che oggi ha atteso l'ufficiale con loro: "Una famiglia che si è sempre arrangiata alla meno peggio e in precedenza non aveva mai avuto bisogno di andare dai servizi sociali in precedenza. Però nel momento in cui lo ha fatto, viene fuori quel meccanismo perverso, che noi abbiamo bocciato quando c'è stato il tavolo di concertazione, la famosa attribuzione di almeno un anno di presa in carica dai servizi sociali. Ovviamente se uno non si è mai presentato perché non è ha mai avuto la necessità e si presenta dopo, fino a quel periodo l'assistenza sociale o quale che sia il meccanismo non prevede nessun intervento di aiuto economico o altri tipi di aiuti".
Il Comune e l'Ausl, interpellata per il servizio minori, hanno perciò semplicemente applicato le norme.
Di famiglie in emergenza ne sono state aiutate. Ma é anche accaduto che chi ricevuto sostegno non sempre ha risposto con un adeguato impegno a cercare sistemazioni lavorative e abitative. E gli enti pubblici sarebbero diventati più cauti. Non è però giusto, lamenta Giuliano, far pagare a tutti valutazioni sbagliate del passato. E cita un caso: "Hanno dato 14.000 euro a una famiglia per farla stare 10 mesi in un residence. Addirittura, l'assurdo, 3.500 euro per il solo mese di agosto. Ora, non è possibile che questo tipo di errori li debbano pagare altri che non ricevono così nessun tipo di aiuto".
"Io faccio un appello a tutti quanti - conclude Giordano - di cercare di dare una mano a questa famiglia, trovare anche un alloggio di fortuna, perchè non è possibile che si debbano trovare per strada".
E una mano, per il momento, qualcuno l'ha data. L'ufficiale giudiziario, arrivato in giornata, ha preso atto delle difficoltà della famiglia, che non ha neanche i soldi per l'anticipo in un residence, e ha concesso una proroga di un mese. Dopodiché, però, la famiglia dovrà lasciare la casa.
(Newsrimini.it)
fonte: newsrimini.it


Alcune foto:



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